La Giornata Nazionale della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie giunge alla sua ventiseiesima edizione. La Giornata è da qualche anno anche riconosciuta ufficialmente dallo Stato, attraverso la legge n. 20 dell’8 marzo 2017. Il 21 marzo è un momento di riflessione, approfondimento e di incontro, di relazioni vive e di testimonianze attorno ai familiari delle vittime innocenti delle mafie, persone che hanno subito una grande lacerazione che noi tutti possiamo contribuire a ricucire, costruendo insieme una memoria comune a partire dalle storie di quelle vittime.
La Giornata, patrocinata dal Ministero dell’Istruzione, si svolge in collaborazione con l’Associazione “Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie”.
La manifestazione ha visto il coinvolgimento di numerosi alunni e docenti. Per ricordare le vittime innocenti delle mafie, sabato 20 marzo una rappresentanza di alunni della scuola secondaria ha condiviso pensieri e riflessioni sul tema della giornata, dando lettura dei nomi delle vittime innocenti di Mafia, nomi scritti nelle “stelle”, alla presenza del DS Leonardo Licata.
A ricordare e riveder le stelle è infatti lo slogan scelto per la ricorrenza di quest’anno. Uno slogan composito, che racchiude molti significati. “A ricordare’, ricordare dal latino un’etimologia che ci restituisce un duplice significato: re- indietro, ma anche ‘nuovamente’ e cor- cuore. Richiamare nel cuore coloro che hanno perso la vita per mano mafiosa – il 21 marzo è per loro – ‘tornare’ e essere ‘nuovamente’ ricordati per rivivere nella nostra capacità di fare memoria. Il passaggio dal ricordo alla memoria ci dà la possibilità di interrogare insieme il passato, per esprimere la cura e la responsabilità di cui è intriso il nostro impegno nell’oggi e nel domani. ‘Riveder le stelle’ citando l’ultimo verso dell’Inferno della Divina Commedia di Dante Alighieri, a settecento anni dalla sua morte. “E quindi uscimmo a riveder le stelle”, così il sommo poeta saluta i suoi lettori alla fine del viaggio nell’inferno. Il desiderio di ‘riveder le stelle’ e di uscire dall’inferno della pandemia, dopo un anno di isolamento e distanziamento, è un desiderio forte tra tutti i cittadini. La parola stessa desiderio ci rimanda al cielo: desiderare è avvertire la mancanza di stelle, sidus in latino, quindi sentire forte la necessità di buoni auspici, di luce che illumina e dà energia. E in questo senso le stelle sono anche le persone che ogni giorno si battono per la giustizia sociale e la legalità democratica, fari del nostro operare ed esempi ai quali guardare. A loro dobbiamo quotidianamente volgere il nostro sguardo. Osservare le stelle nel cielo vuol dire avere un panorama sgombero da nuvole, nitido, ciò a cui dobbiamo tendere per superare una fase caratterizzata da offuscamento e confusione.” (tratto dalla Lettera dell’Associazione Libera alle scuole”)
https://www.youtube.com/watch?v=2FAiwGi_VBk
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